La certificazione ha il principale obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policies e misure concrete che favoriscano l’occupazione femminile, riducendo sensibilmente il gap di genere soprattutto nelle aree più critiche: opportunità di carriera, parità salariale, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.
Il Dpcm del 29 aprile 2022, ha stabilito i parametri minimi KPI (Key Performance Indicator – indicatori chiave di prestazione), fissati dalla UNI/PdR Uni 125:2022, documento che contiene le indicazioni tecniche, i criteri e le linee guida per ottenere la certificazione.
Nello specifico sono state individuate sei aree riguardanti le diverse variabili che possono contraddistinguere un’organizzazione aziendale inclusiva e rispettosa della parità di genere:
- Cultura e strategia,
- Governance,
- Processi HR,
- Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda,
- Equità remunerativa per genere,
- Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Ciascuna area ha un peso percentuale specifico nella valutazione dell’organizzazione aziendale e a ciascun indicatore è associato un punteggio. Per ottenere la certificazione l’azienda deve raggiungere uno score minimo complessivo del 60%, che una volta conseguito sarà soggetto a monitoraggio annuale e verifica biennale da parte dell’organo interno preposto.
Quali sono i benefici della certificazione della parità di genere per le aziende?
I benefici per le imprese, anche di piccole e medie dimensioni, che otterranno la certificazione sono:
- previo decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50 mila euro all’anno per ciascuna azienda;
- punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali per la concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti;
- criterio premiale nella valutazione delle procedure ad evidenza pubblica per l’acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere.
C’è, però, anche un altro aspetto vantaggioso da considerare: ripensare l’organizzazione aziendale, in un’ottica inclusiva e premiale, non solo migliora le performances dei dipendenti ma favorisce l’immagine dell’azienda, rendendola più attrattiva agli occhi di è interessato a collaborare con la stessa.